All’interno dell’ecosistema vigneto troviamo innumerevoli relazioni tra le specie vegetali, animali e microbiche che lo popolano.
Per anni la viticoltura convenzionale-industriale ha cercato di ridurre questi rapporti al minimo semplificando al massimo il sistema, fino a voler rendere il suolo un substrato su cui far crescere e produrre la vite fornendole gli elementi nutritivi di cui ha bisogno attraverso la fertilizzazione chimica.
Oggi stiamo prendendo coscienza del fatto che questo modello di gestione del vigneto non solo non è sostenibile per l’ambiente, ma porta oltretutto a squilibri sempre più forti (infestazioni di erbe resistenti, proliferazioni di insetti dannosi, attacchi di nematodi) che costringono all’utilizzo crescente di prodotti chimici di sintesi.
Per cercare di raggiungere l’equilibrio tra gli organismi all’interno dell’ecosistema vigneto è quindi necessario favorire la biodiversità vegetale e animale. Risulta indispensabile a questo scopo concentrarsi sulle pratiche agronomiche, tra le quali la più importante senza dubbio è la gestione del suolo.
Nella nostra area viticola l’interfila è gestita attraverso l’inerbimento spontaneo nella quasi totalità dei vigneti. Il manto erboso è di per sé caratterizzato da una certa biodiversità vegetale. Per valorizzarla al meglio dobbiamo permettere lo sviluppo delle essenze erbacee fino alla loro fioritura, momento in cui esse svolgono l’importante funzione di riserva di cibo e di habitat di crescita per gli insetti utili.
È necessario perciò ritardare al massimo lo sfalcio, che può essere effettuato intorno alla metà di maggio. Un conseguente minor numero di sfasci significa minori costi, minor lavoro e minor compattamento del suolo.
L’erba alta nell’interfila porta a dei vantaggi enormi nel periodo primaverile. Oltre infatti a ospitare molte specie di insetti ausiliari (e anche animali selvatici) essa riduce gli schizzi di pioggia che dal terreno rimbalzano verso la vite, veicoli delle spore di peronospora e responsabili perciò delle infezioni primarie ai danni dei germogli.
Ricordiamo inoltre le difficoltà che ci sono state nel mese di maggio 2019 nell’effettuare i trattamenti fitosanitari a causa dei numerosi eventi piovosi. Nei vigneti in cui il manto erboso era sviluppato in altezza tra i 50 e gli 80 cm le operazioni risultavano molto più agevoli rispetto a dove erano stati effettuati sfalci bassi e le conseguenze dei passaggi con le macchine si sono dovute rimediare poi in autunno.
Per tutti i motivi esposti qui sopra e per molti altri effetti positivi sulla struttura del terreno, si consiglia quindi di ritardare il primo sfalcio primaverile allo stadio di pre-fioritura della vite.
Solamente nel caso in cui siano previste brinate tardive sarà necessario sfalciare l’interfila vicino al suolo con lo scopo di ridurre il rischio di danni da gelate.
Per info e richieste: scrivere a info@zarpellonagricoltura.it o telefonare allo 0438 782005.